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Corsica Maestosa e Selvaggia – Vela e Kayak

10 Agosto 12:00 pm - 18 Agosto 12:00 pm

 

 

Alla scoperta delle Meraviglie della Corsica Ovest.

Una settimana di kayak e vela lungo la costa più selvaggia dell’Isola Bella. Le imponenti e fantastiche scogliere rosse della Scandola saranno le protagoniste principali di questo Viaggio Nomade, che ci porterà anche a scoprire i luoghi più belli e affascinanti dell’Agriate e di CapiCorsu. Un viaggio avventuroso ed intenso per gli amanti del kayak da mare e della Natura selvaggia.

IL PROGRAMMA

Vela Portoferraio-Calvi M85

Ritrovo ore 12,00 al porto di Portoferraio. Cambusa, imbarco e partenza con rotta sulla Corsica. Veleggiando nel Santuario dei cetacei, raggiungiamo Capo Corso e dopo aver doppiato il mitico scoglio della Giraglia, continuiamo la navigazione lungo la costa nord-occidentale, mentre si va incontro al tramonto e alla prima notte di navigazione sotto le stelle…

Al mattino raggiungiamo la grande baia di Calvi, doppiate le fortificazioni della bella cittadella genovese puntiamo sulla punta granitica della Revellata e poi continuiamo a veleggiare fino a raggiungere la baia di Crovani dove caliamo l’ancora e ammariamo i kayak.

Kayak Argentella – Galeria Km 15

Iniziamo a pagaiare lungo costa della Filosorma in direzione sud, doppiando la Punta Farrajola e Punta di Ciuttone in un continuo susseguirsi di speroni di roccia e piccole calette, fino ad arrivare alla grande spiaggia di Fangu, dove atterriamo con i kayak e dopo averli trainati per qualche metro sopra la spiaggia, li rimettiamo in acqua questa volta dolce del delta del fiume Fango, per una breve escursione in un ambiente selvaggio molto bello. Pagaiando lentamente nelle acque quiete dei canali che si formano alla foce del fiume, si ammirano splendide ninfee bianche, tartarughe (coppulata) e gallinelle d’acqua. È un luogo incantato avvolto da un paesaggio ampio, che si estende maestoso verso le grandi vette di Corsica ed è dominato dalla sagoma elegante del Paglia Orba.

Ritornati in mare, ancora poche pagaiate per raggiungere la nostra barca che ci attende   nella baia davanti al paesino di Galeria, dove passeremo la notte a rada.  

Vela Galeria – Elbo M10

Sveglia di buon’ora per godersi la luce bella del mattino e iniziare una giornata che ci porterà a conoscere luoghi di straordinaria bellezza. Navighiamo sottocosta fino alla Baia di Elbo ammirando le scogliere ardite e policrome di Punta Rossa e Punta Bianca.  Costeggiamo lentamente la baia d’Elpa Nera e la baia di Focolara incantati dal paesaggio primordiale. Poi, dopo aver doppiato l’isolotto dei Porri e Cala Scandola, accostiamo su Punta Nera per calare l’ancora nella Baia d’Elbo e iniziare una memorabile pagaiata nelle acque blu cobalto della Riserva Naturale della Scandola.

Kayak Elbo – Girolata km 22

Avvolti dal surreale universo di roccia rosso carminio della Scandola, iniziamo la pagaiata passando tra due sinuose lingue di roccia purpurea che ci conducono a una  spiaggia di ciottoli amaranto. Sopra di noi la bella torre genovese che si staglia elegante tra la fitta macchia di lecci. Raggiungiamo la splendida spiaggietta di Elbo con la sabbia bianca che contrasta con il rosso vivo delle rocce circostanti, avanziamo sulla superficie  trasparente del mare che cambia tonalità continuamente riflettendo le infinite gradazioni di rosso della scogliera, con gli speroni di roccia che entrano nel mare come spade. Navighiamo nella Cala della Ficaccia e lo sguardo è catturato dall’imponente massiccio di Punta Palazzo che ci si presenta davanti. Le impressionanti pareti vermiglie scendono quasi verticalmente per oltre 200 metri fino alla superficie del mare, dove disegnano una serie di punte e anfratti uno più bello dell’altro e grazie alla maneggevolezza dei kayak possiamo goderci appieno ogni angolo. Questo promontorio maestoso e prepotente è parte relitta di un’antica caldera vulcanica e le sue rocce policrome ci raccontano una  turbolenta storia geologica in cui la poderosa azione erosiva del mare nel corso dei millenni ha disegnato scenografie surreali che lasciano senza fiato. Grotte e fessure si aprono inaspettate tra muraglie di rocce e picchi arditi che salgono al cielo come guglie gotiche create da forze sovrannaturali. In prossimità del vertice del promontorio  incontriamo due enormi grotte che si spingono fino al ventre profondo del promontorio diventando sempre più strette e buie. Con l’aiuto delle torce riusciamo a visitarle fino alla fine; qui i colori perdono il predominio dei sensi; dominano i suoni che si amplificano e si distorgono, così come le forme che si dilatano e scompongono nell’effimero gioco delle ombre insieme agli acuti profumi salmastrosi di rocce, alghe e detriti. Uscendo ritroviamo la luce calda e potente dell’estate Mediterranea, e andiamo a doppiare Punta Palazzo passando tra l’estremo lembo del promontorio e gli scogli scarlatti appena all’esterno. È questo il punto geologicamente più spettacolare, con le geometrie perfette dei grandi prismi sovrapposti di riolite che ci raccontano di quando questo grande vulcano era attivo. Il magnifico spettacolo di forme e cromie della Scandola continua mentre cominciamo a scenderne il lato ovest. Grotte e anfratti continuano a meravigliare, come la vista d’insieme sempre più imponente. Pagaiamo tra  guglie rosse che risalgono dal fondo come enormi arti di draghi di pietra che si distendono urlanti verso il cielo. Ci insinuiamo tra stretti passaggi e arriviamo al passo del Gargallo, ardito (per le imbarcazioni) passaggio tra la costa e l’isolotto. Lasciamo lo stretto e facciamo il periplo dell’Isolotto dominato in alto dalla torre genovese, mentre sulla punta più occidentale il mitico fanale riporta alla mente i racconti di tempeste e naufragi. Completato anche il periplo dello scoglio del Garganello, riprendiamo la pagaiata sotto i grandi muri di roccia che continuano a regalare stupore. In un continuo crescendo di maestosità doppiamo la baia di Solana e Cala Ponte, con in alto un grande foro. È tutto enorme e si fatica a dare dimensione, tra isolotti, profondi anfratti e trasparenze da sogno arriviamo a Cala Gattachjia e in alto ci domina un monumentale ponte di roccia. Lo scenario è sempre più imponente e gli aggettivi sono finiti. Doppiamo Punta Muchillina con le sue pareti strapiombanti dilaniate dalla potenza delle onde e poi la Punta Scandola, ora lo scenario intorno a noi è sempre maestoso ma più dolce, stiamo entrando nel grande golfo della Girolata, e tra gli speroni scarlatti si aprono piccole calette ridossate, che poi diventano più ampie a Cala Muretta e al Ruzaghiu, dove la vegetazione che si abbassa fino a sfiorare il mare ci racconta della bontà del ridosso. Sfioriamo la costa di Cala Vecchia, la spiaggia ciottolosa di Gradi e quella a semicerchio del Cavone e con la luce magica che precede il tramonto arriviamo al promontorio di Girolata con il fortino e la torre genovese sul vertice a fare da vedetta  al preziosissimo ridosso. Qui ci attende la nostra barca per una rilassante serata tra gli scenografici profili delle montagne e le stelle.

Kayak Girolata – Porto km 18

Nella quiete del mattino lasciamo il ridosso della Girolata e navighiamo sottocosta il lato meridionale del golfo fino all’incantevole spiaggia di Tuara. Da qui si prosegue in un crescendo di bellezza costeggiando i boschi di lecci che sfiorano il mare e che pian piano lasciano il posto alla maestosità delle rocce di Capo Senino, che stupiscono per forme e colori. Doppiata Punta della Scopa entriamo nel golfo di Porto navigandone il lato nord tra zone rocciose e piccole spiagge fino ad arrivare davanti alla Marina, dove la barca ci aspetta sotto il suggestivo sperone di roccia che ospita la famosa Torre quadrata, da cui si ammira un favoloso tramonto.

 

Kayak Porto – Capo Rosso km 20

La nostra esplorazione in kayak parte da qui per costeggiare le irte falesie, in alto sopra di noi i famosi Calanchi di Piana. Pagaiamo a fil di costa sulle trasparenze del mare colorate dal riflesso rosso delle scogliere, per arrivare alla splendida spiaggia di Ficaghjiola che merita una sosta. Ripreso il mare doppiamo la punta della Ficaghjiola e iniziamo una serie interminabile di passaggi divertenti tra scogli e secche, passando dalla punta della Guardiola e dalla baia di San Pellegrino, per raggiungere uno dei punti più spettacolari della settimana e della Corsica: le grotte di Capu Rossu. Sopra di noi un ardito sperone che ospita un nido di falco pescatore e ancora più in alto affacciata ad uno stapiombo di 300 metri, la torre del Turghio a dominare tutto. Pagaiando lentamente entriamo nel dedalo di grotte che si apre sotto la montagna rossa, una scenografia maestosa ed armonica che ogni volta sorprende e suggestiona per le forme surreali, i colori cangianti, le lame di luce che filtrano dai pertugi e i suoni cupi che echeggiano tra gli anfratti. Un luogo fantastico che con il kayak si può godere da ogni angolo in tutto il suo splendore. Lasciato questo scrigno di meraviglia ritroviamo le imponenti scogliere e andiamo a doppiare Capo Rosso, il margine più occidentale della Corsica, con i suoi isolotti e la profonda Cala Genovese. Proseguiamo a pagaiare sfiorando le possenti scogliere rosse plasmate e fratturate dalla potenza del mare fino a doppiare la Punta di u Biscotellu dove le rocce si fanno più brune e ridossate e la vegetazione ritorna vicina al mare. Facciamo una sosta per un bagno nelle trasparenze  della deliziosa caletta del Biscotellu e poi si continua lungo la costa di Cala di Palu, raggiungendo la Punta di l’Ancisa e Portu di Leccia, per poi doppiare la Punta a i Tuselli e arrivare alla bella spiaggia bianca di Arone, dove ci attende la nostra imbarcazione per un’altra fantastica rada.

Vela Arone – Revellata M20

Salpiamo l’ancora di prima mattina dalla baia di Arone e iniziamo a navigare verso Nord per ammirare il maestoso ovest della Corsica da un’altra prospettiva, con la possibilità di avvistare tursiopi e stenelle. La vista d’insieme della “Costa Rossa” completa il nostro viaggio nella Scandola. Passiamo al largo del Golfo di Galeria per poi accostare all’altezza dei graniti di Capo Cavallo, dominato in alto dal Semaforo. Raggiunta la  Revellata, la risaliamo fino alla baia del Porto Vecchio, dove caliamo l’ancora e mettiamo in mare i kayak.     

Kayak Revellata – Calvi km 12,5

Iniziamo a risalire il lato ovest della penisola granitica della Revellata dal ridosso della baia di Portu Vecchio. Doppiamo i grandi liscioni granitici di Punta Bianca e poi ci incuneiamo in divertenti  passaggi tra gli scogli e le lame granitiche che scendono dalla costa dell’ansa di Margonaia per poi doppiare Punta Rossa. Da qui la scogliera diventa più alta e aspra, pagaiamo sulle meravigliose trasparenze di Cala Pesci e poi doppiamo un altro promontorio mitico per i naviganti: la Punta della Revellata. Con i kayak passiamo tra la costa e l’Isolotto tra arcigne scogliere granitiche scardinate dalla potenza del mare che incutono rispetto, mentre sopra di noi il leggendario faro che segnala il vicino ridosso di Calvi. Lasciate le alte scogliere del Capo, doppiamo un piccolo porticciolo un tempo scalo del faro e oggi sede di un centro di biologia marina, ci concediamo una sosta alla spiaggia d’Osceluccia. Ripreso il mare si doppia la Punta dell’Osceluccia per entrare nel vero e proprio golfo della Revellata. Fiancheggiamo la scogliera dell’Ogliasriccia e la spiaggia dell’Alga famosa per le trasparenze, che è anche il punto più profondo del golfo. Risaliamo la dolce scogliera fino a Punta Vaccaja e i bei graniti levigati dal mare fino a Punta San Francesco, per trovarci davanti ai possenti bastioni di Calvi perfettamente armonizzati con la scogliera sottostante. Circumnavighiamo le poderose mura della cittadella fortificata costruita dai genovesi tra il XV e il XVI secolo e poi raggiungiamo il nostro veliero che ci attende a rada davanti alla grande spiaggia. Issiamo i kayak a bordo e ci prepariamo per una serata a terra alla scoperta di Calvi la Genovese.

Vela Calvi – Ostriconi M15

Dopo un rinforzo di cambusa mattutino, lasciamo la grande baia di Calvi e costeggiamo il litorale della Balagna con una fantastica vista sui villaggi collinari di Lumio, Aregno, Sant’Antonino e Santa Reparata e in lontanaza sullo sfondo le magnifiche alte vette di Corsica: l’inconfondibile sagoma di Capu Tafunato, del Paglia Orba, di Punta Minuta e del Cinto la vetta di Corsica con i suoi 2706 metri. Doppiamo Punta di Spano con i ruderi della torre e Punta San Damiano e ci avviciniamo all’ Isula di u Brocciu e all’Isula della Pietra il cui faro ci indica che stiamo doppiando l’abitato di Isola Rossa, la cittadella costiera fondata da Pasquale Paoli nel 1758 per contrapporla a Calvi all’epoca fedele a Genova. Si prosegue lungocosta fino alla baia di Peraiola dove caliamo l’ancora davanti alla grande spiaggia di Ostriconi per un’altra grande giornata di kayak, questa volta alla scoperta delle meraviglie della costa dell’Agriate.

Kayak L’Agriate, Ostriconi – Punta Mortella km 32

Lasciata la barca atterriamo sul grande arenile bianco di Ostriconi per un bagno e per dare un’occhiata allo stagno e alle dune. Riprendiamo a pagaiare a fil di costa entrando tra i profondi anfratti scavati dalle onde nei graniti rossi, dove il colore del mare lascia l’azzurro e acquista toni scuri di blu. La pagaiata continua nel labirinto granitico, si doppia Punta Paraghiola per raggiungere la spiaggia di Cala Vana adornata dai tamerici e con le alte dune alle spalle. Si prosegue fiancheggiando le scogliere rosse che man mano che si risale diventano più alte e minacciose fino alla Culudaghja, dove troviamo prima Cala Pinzuta e poi Cala d’Aghju e a seguire il pettine affilato dei Pinzi, che come unghie di roccia artigliano il Mare. Con i nostri kayak doppiamo ora le rocce più esposte e più spettacolari, quelle del promontorio di Tromba d’Acciolu, con i nidi del falco pescatore che su queste scogliere selvagge a picco sul mare trova un ambiente ideale e a noi regala bellezza con il suo volo elegante. Lasciate le rocce ardite del promontorio entriamo nel Golfo dell’Acciolu con la bella spiaggia di Cala Recisa dove atterriamo per un bagno. Riprendiamo il mare pagaiando su un basso fondale bianco di sabbia e ciottoli che poi diventa roccioso fino alle rocce scure di  Punta di Corbu, qui il paesaggio cambia con le ripide dune di sabbia che precipitano fino alla riva. Raggiungiamo la spiaggia di Solche e si prosegue scivolando sul basso fondale roccioso fiancheggiando la costa bassa fino alla Punta di Solche che poi diventa più alta e imponente a Punta Delfina, per ritornare più dolce con la vegetazione vicina la mare fino alla spiaggia ciottolosa di Cala dell’Arghiaghiu e proseguire fino a Punta Tagliacarne dove le rocce affilate degli scogli e delle secche semi affioranti danno la spiegazione all’inquietante nome. Doppiata la Punta di Mafalcu entriamo nell’omonima piccola cala, un ridosso perfetto e idilliaco. L’imbocco è stretto ma la l’insenatura è molto profonda, con il fondale sabbioso che regala splendide trasparenze che si spengono nei pochi centimetri d’acqua della laguna di acqua dolce alla fine della baia. Il luogo è magico e merita una sosta. Lasciata la bucolica Cala di Malfalcu la pagaiata continua fiancheggiando basse scogliere albe e affilate fino alla Punta di Pietra Alta, poi la costa ritorna verdeggiante e ci accompagna fino ad Alga Putrica splendida caletta dalla sabbia rosata protetta dal  nome poco invitante, che precede la meravigliosa spiaggia di Ghignu con la sabbia bianchissima, le trasparenze da sogno, le alte dune candide dove crescono piante di eringio e rigogliosi ginepri. Spiaggiamo i kayak per goderci la bellezza del mare e della spiaggia e per rifornirci d’acqua dolce alla piccola sorgente che si trova proprio in riva al mare. È anche l’occasione per fare due passi sulle dune e per fare visita ai famosi Paghjaghj. La pagaiata prosegue su trasparenze da sogno doppiando Punta Negra e la splendida spiaggia di Trave, raggiungiamo anche Punta Mignola, la costa ora è bassa e dolce e nasconde piccole insenature di sabbia come le chicce di Cala Fecciajo e Cala Scalavita. Un ultimo promontorio e ci troviamo davanti alla grande spiaggia di Saleccia forse la più famosa di Corsica, acqua smeraldina davanti ad oltre un chilometro di sabbia bianca con la grande duna alle spalle adornata dal ginepraio e da pini monumentali che separano l’arenile dal Padule retrostante. Lasciata Saleccia la pagaiata riprende passando tra gli scogli e la Punta di i Furmigoli e doppiando Punta di Curza dove cambiamo versante e cominciamo a scendere la costa orientale dell’Agriate. La costa inizia a sentire il ridosso di Capo Corso e la pineta si avvicina al mare. Raggiungiamo la piccola e riparata caletta di Marina di Peraldu e doppiata Punta Raviola arriviamo alla spiaggia di Loto, un’altra perla dell’Agriate, giustamente famosa per le traparenze uniche e per la luminosità accecante della sabbia. Un’altra sosta è d’obbligo, così come nella successiva splendida spiaggia della Cavallata, per una passeggiata tra le fioriture di Pancrazio Marittimo e per uno snorkeling fino alla Punta Cavallata, solitamente assai ricca di vita. Con la luce che si fa più calda e con le ombre ora più lunghe che esaltano le forme surreali degli anfratti costieri, raggiungiamo Punta Mortella, Il Semaforo in alto e il faro poco più in basso, ci dicono che stiamo entrando nel Golfo di San Fiurenzu. Con Capo Corso all’orizzonte doppiamo la Punta e subito al suo ridosso incontriamo i ruderi della suggestiva Torre genovese della Mortella con le possenti mura che sfiorano il mare. Il bastione cilindrico fu distrutto per metà dai cannoneggiamenti inglesi del 1794 durante la vittoriosa guerra Anglo Corsa contro i Francesi. La costa si fa sempre più dolce e ridossata fino a raggiungere il meraviglioso banco di sabbia tra il mare e il Fiume Santu, lo superiamo per una breve pagaiata nelle acque dolci del fiume con la luce magica che precede il tramonto, per poi ritormare al mare dove nel ridosso ci attende la barca per una splendida rada nel golfo di San Fiurenzu.

Vela Punta Mortella – Centuri M15

In mattinata scendiamo a terra per una breve passeggiata tra i vicoli del borgo di San Fiurenzu e poi ritornati a bordo iniziamo a navigare lungo l’arcigna costa occidentale di Capo Corso ammirandone le vette, fino all’altezza di Centuri dove accostiamo per calare l’ancora e ammarare i kayak.

Kayak Centuri – Macinaggio km 26

Prendiamo terra sulla spiaggetta di Mute e poi iniziamo la nostra pagaiata nelle acque di Capo Corso. Raggiungendo la vicina Isola Capense, ne completiamo il periplo e poi entriamo nel porticciolo di Centuri pagaiando tra i pescherecci e atterriamo i kayak sullo scivolo in fondo al porto per fare quattro passi tra i suggestivi vicoli della piccola marina. Lasciato il pittoresco borgo risaliamo la costa che, inizialmente dolce e ricca di calette, diventa sempre più alta e priva di vegetazione, fino alle imponenti scogliere di Capo Bianco. Siamo ormai sul lato nord del Capo, quello più esposto e temuto dai naviganti. Le scogliere diventano molto alte disegnando architetture di roccia tetre e maestose, rese più impressionanti dal colore corvino regalando cangianti toni scuri al Mare. Doppiamo Punta di Cornu di Becco, dove in bella evidenza sulle rocce scure si staglia la bianca coffa del nido del falco pescatore e poi il massiccio di Capo dominato in alto dal Semaforo. Pagaiamo sopra gli spettacolari fondali dell’Arinella e superato l’ultimo promontorio scuro raggiungiamo il minuscolo villaggio di Tollare, unico per eleganza e armonia, con la chiesina bianca affacciata sul mare, lo scalo, la torre di vedetta a pianta circolare e i magazzini dei pescatori, concentra in pochi metri tutti i simboli del borgo Mediterraneo. Atterriamo i kayak per un po’ di relax e all’ombra dei tamerici ci godiamo la magica atmosfera di Tollare. Il nostro pagaiare prosegue lungo la costa nord, una spiaggia di ciottoli e una bella scogliera anticipano l’abitato di Barcaggio, simile a Tollare ma con un piccolo porto rifugio. Raggiungiamo poi la grande e assai bella spiaggia omonima dove sostiamo per ammirare da vicino le spettacolari ed estese dune adornate da rigogliosi cespugli di Sparto e per fare una camminata sul limite estremo di Capo Corso e nel bellissimo ginepraio e poi raggiungere e visitare la suggestiva Torre dell’Agnello da dove si gode un fantastico panorama sulla Giraglia, sul campo di dune di Barcaggio, la costa orientale del Capo e l’Isola di Capraia. Riprendiamo il Mare per doppiare Capo Corso lasciandoci a sinistra la Giraglia, un passaggio sempre emozionante e bellissimo per le forme surreali delle rocce grigioverdi del Capo. Superiamo anche le mai banali secche e la Punta dell’Agnello e dopo esserci affacciati alla grotta dell’Agnello pagaiamo nelle acque cobalto della baia della Capandula, per poi ammirare le più fantasmagoriche tra le scogliere verdi CapiCorsine. Qui sembra che il mare abbia scolpito con estro divino i disegni della sua fantasia. La costa si fa più bassa e dolce, raggiungiamo la spiaggia sabbiosa di Cala Francese molto amata dalle mucche che qui vivono brade e dopo Punta Vecchia, quella ancora più bella di Cala Genovese, un semicerchio di sabbia candida e di acque turchesi che meritano un bagno. Con i kayak a fil di costa pagaiamo avvolti dal profumo del mare e della macchia e raggiungiamo la Torre di Santa Maria, uno dei simboli di Corsica. Anche questa, come la torre della Mortella, smembrata dalle cannonate delle navi inglesi dell’Ammiraglio Nelson. Metà della torre si è conservata perfettamente e trovandosi in mare la possiamo praticamente visitare dal kayak. Pagaiamo sul fondale sabbioso della baia di Santa Maria doppiando la spiaggia con alle spalle la chiesa romanica detta a Chiappella e dopo un breve tratto di costa ci troviamo davanti i tre isolotti delle Finocchiarola: Terra, Mezzana e Finochiarola, che andiamo a circumnavigare. La più grande che da il nome al piccolo Arcipelago, ospita il rudere di una torre d’avvistamento e sul lato esterno una numerosa colonia di Marangoni dal Ciuffo. Completato il periplo dei tre Isolotti ritorniamo a scendere lungo la costa e raggiungiamo la Spiaggia di Tamarone e dopo aver superato anche la Punta di a Coscia, entriamo nella baia di Macinaggio dove il comandante ci attende a rada a bordo del nostro veliero. Mettiamo i kayak a bordo e ci prepariamo per una serata a terra nel bel borgo di Macinaggio.

Vela Macinaggio – Portoferraio M40

Partenza di buon’ora con rotta verso Est, per ammirare un’ultima alba in navigazione.

In mattinata arrivo a Portoferraio dove si conclude il nostro viaggio. Sbarco e saluti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PREZZO

1500 euro a persona
Max 6 partecipanti

LA QUOTA COMPRENDE

Noleggio barca a vela, sistemazione in cabina doppia (8 pernottamenti)
Skipper, Tender, Carburante, Pulizie finali
Noleggio dei kayak attrezzati (pagaia, salvagente, paraspruzzi, sacca stagna)
Guida ambientale escursionistica
Tutte le escursioni kayak guidate. Assicurazione RC infortuni

LA QUOTA NON COMPRENDE

Costi cambusa
Eventuali ormeggi in marina

CONTATTI

Info e Prenotazioni
Mob +39 333 2653079
Tel +39 0565 976707
Mail: info@econauta.net
www.econauta.net

Il programma è soggetto alle condizioni meteo marine e può subire variazioni.
A cura di Agenzia Viaggi Brignetti

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Dettagli

Inizio:
10 Agosto 12:00 pm
Fine:
18 Agosto 12:00 pm
Categorie Evento:
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Luogo

Corsica